sabato 13 febbraio 2010

Non creiamo ulteriore immondizia nelle nostre città!



Nella città in cui vivo, Firenze. C'è ancora qualcosa
che non va!...

Non va per il degrado generale in cui verte la metropoli,
per il disgustoso modo di fare chiamato, volgarmente
"farsi i ca...i propri!"...

Esempio clamoroso, che da diversi mesi sto segnalando
è la cosidetta "semina del trasportino", quel metodo
molto ipocrita ed egoista di usare un bene comune come
il carrello della spesa, che costa anche oltre i 200€ al
supermercato di zona e che tale costo si riversa sui prezzi
dei prodotti finali.

Noto con sommo dispiacere che la mia città è ricca
di carrelli alla deriva, senza un nesso logico, se ne
stanno appoggiati al muro sul marciapiede, impedendo
il passaggio ai viandanti, magari con handicap. E questi
sono i carrelli più fortunati.

Quelli meno fortunati sono depositati tra i cassonetti del-
la spazzatura, con un destino ultimo di essere rottamati,
o persino persi. Ci sono anche delle aziende della pulizia
cittadina, che le conserva e le rivende all'asta addirittura
agli stessi proprietari del marchio.

Non ultimo è il cannibalismo dei carrelli della spesa, dove
solo il cestino di alluminio rimane tra l'immondizia, e le
preziose ruote sono sempre smontate, magari per fare
un carretto da gioco od altro.

I carrelli sono anche sinonimo di arredamento, e vengono
sottratti con l'inganno ed usati in rimesse o garage.
Ne ho visto alcuni spuntare da alcuni sottopiani del centro
storico.

Non ultimo è lo scempio che vedo i carrelli posti
all'immondizia con tutta lo sporco dentro, magari anche
vestiti ed altra sporcizia. Poi questi vengono ripresi e
riportati al supermercato e mai e poi mai saranno
sanificati, perchè attività costosa e saranno rimessi
solo solo impilati tra gli altri..

Ricordo che noi mettiamo il nostro cibo appena comprato,
non mi sembra che sia una bella cosa...

Un altro aspetto curioso è che questi carrelli diventano
un prodotto proprio e si possono ritrovare alcuni anche
legati ai segnali stradali con un lucchetto anti-furto di alta qualità.

La cauzione di un carrello è di 1€, a volte di 2€, ma per
Coop è sempre la prima opzione.
Quest'euro poi viene sfilato manomettendo la scatolina
di sicurezza del carrello stesso, la parte nera presente
in foto, al posto della moneta, che viene sfilata si trova
di tutto, dalle linguette di legno e cartone, a pezzi di ferro.

In questo caso il carrello rimarrà in balia della deriva
urbana, ed la cauzione andrà persa.

Con l'avvento della tecnologia anche la distribuzione
italiana potrebbe migliorare. Per esempio un inserimento
di un chip dentro l'anima del carrello per essere ritrovato
e la relativa scheda vita posta in un registro dei carrelli..

Altra opzione è un pagamento anticipato di una cauzione:
l'utente che acquista al punto vendita avrà un 20€
di "cauzione carrello", solo simbolica chiaramente, questo
tornerà a riportare il carrello al punto vendita e riceverà
soldi od un buono acquisto di pari valore, questa cosa
è anche possibile farla tramite le varie carte di fidelizzazione
presenti in tutte le catene nazionali della
distribuzione.

Come quella di Unicoop e Coop in genere..

Il carrello grande alleato dei consumatori, sempre più
abusato e bistrattato. penso però che alla fine sia
solo business anche questo, come molte cose...
Peccato che il mondo vada verso il punto di non ritorno.
Da me pronosticato in tempi passati e non sospetti.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

...la proposta fatta della cauzione a 20 euri mi sembra fattibile, bisognerebbe proporla in forma ufficiale direttamente all'ufficio competente.

Roberto

sceicco ha detto...

l'idea della cauzione potrebbe anche essere valiida,ma già sento le lamentele della clientela...non è che poi nascerebbe una concorrenza al ribasso sulla cauzione con esselunga?

Anonimo ha detto...

La cauzione sarebbe utile. Penso abbia un suo ritorno....

Anonimo ha detto...

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