giovedì 11 marzo 2010
Biologico Europeo...o Biologico Cinese
.
Biologico Coop...e Biologico Cinese..
Ho consumato diversi prodotti biologici a marchio Coop, mi sono trovato sempre bene, anche perchè solo sapere che sono tali, quindi non modificati e non del tutto naturali, mi ha tranquillizzato non poco, facendo aumentare la mia stima verso il marchio.
Il biologico sappiamo tutti essere come per definizione (Wikipedia):" l'agricoltura biologica, pur essendo in parte basata su energia ausiliare proveniente dall'industria estrattiva e meccanica, reimpiega la materia principalmente sotto forma organica". Il termine "biologico" è quindi
una "canonizzazione estrema di un discorso ampio, che non voglio fare qui.
Invito invece a visionare, come approfondimento l'enciclopedia multimediale "Wikipedia" a tal riguardo.
In Europa ed in Italia è stata legiferata
già dal lontano 1991, con il decreto
*Reg. (CEE) n° 2092/91, con le successive estensioni e modifiche:
Reg. (CE) n° 1804/99 e Reg. (CE) n° 834/2007.
Insomma, ci sono molti produttori e figure commerciali, che tendono sempre ad "aggirare la norma", costringendo le figure di controllo ad una maggiore supervisione ed a estensioni ed update delle norme vigenti.
In Italia di certificazioni ce ne sono molte, anche in Europa le certificazioni
si sprecano. Ogni stato ha il suo ufficio certificativo per i prodotti coltivati, creati e distribuiti sul territorio, che si rifanno all'etica legislativa biologica e sono tali.
Ci sono enti pubblici e privati, è un vero "mondo a parte quello del biologico".
Ora mi chiedo: "ma in Cina, luogo ad alto tasso d'inquinamento e sfruttamento delle risorse, aumento dell'industrializzazione, dispersione di inquinamento aziendale, con relativi sfruttamenti incontrollati del territorio. Che è stato reso arido creando, per assurdo un importazione di riso dal Siam in ampia scala e continuativa. Di certificazioni proprio non ve ne sono?..."
Domande spontanee sorgono immediate: Come molti "tea biologici" provenienti da questa remota zona, possano essere certificati biologici da un ente di competenza europeo, o italiano?...Se di un prodotto extra-comunitario sappiamo sempre poco, sulla sua filiera?..
Secondo me sarebbe meglio che vi possa essere una verifica a monte del prodotto, un controllo a metà della filiera di distribuzione ed alla fine?...
Si rischia che il costo del prodotto si
innalzi?...Secondo me, proprio no....
Il valore sarebbe commisurato alla qualità finale.
...A proposito riguardo al paese
di Mao Tze Tung e del biologico orientale, è comparsa una notizia in rete,
dove un'azienda italiana biologica si è inserita nel mercato del paese, non so per fare cosa?!...
Importare prodotti di dubbia origine?.. oppure insegnare a copiare.. anche stavolta, la parte bella del senso biologico?..
In questo caso spero che la seconda sia quella probabile. Creare dei prodotti da poter inserire nel mercato asiatico per far capire cosa significhi "biologico legale"... Ma sarà davvero così?...
Su di un autorevole sito di agroalimentare, testualmente leggo e riporto a tal proposito una notizia:
"Biologico: arriva la prima certificazione cinese per un marchio italiano
Roma - Entro la fine del 2009 miele, pasta, passate e sughi di pomodoro e olio extra vergine di oliva a marchio 'Alce nero' entreranno ufficialmente in commercio in Cina. Dopo un lungo lavoro durato quattordici mesi sulle norme protezionistiche della legge cinese, i prodotti Alce Nero hanno ottenuto la certificazione biologica ufficiale secondo i criteri del disciplinare dall'ente CQC Certification Quality Centre, il più autorevole organismo di certificazione in Cina. Leader da trent'anni del biologico "made in Italy", Alce Nero è presente già da dieci nel mercato giapponese e per favorire l'export verso questi mercati emergenti ha avviato negli anni scorsi la joint venture Alce Nero Asia. In Giappone, in particolare, è molto apprezzato per la qualità delle paste, delle polpe e dei sughi di pomodori, delle confetture, dell'olio, dei risi e dei mieli "bio". Ora si prepara quindi ad entrare da protagonista nel mercato cinese qual"
Da fonte: "Agroalimentarenews.com".
Conosciamo bene Alce Nero, mi chiedo
se le aziende entrassero nel mondo cinese, per importare biologico in Europa, non sarebbe pericoloso?..Forse i produttori trasferirebbero dei prodotti non proprio "puri" sul nostro mercato interno?.."
Spero che a tal proposito Coop e le altre figure distributive nazionali pongano questo problema direttamente come elemento di tutela ai loro interessi ed alla nostra salute di soci...
Ci vuole maggiore attenzione e meno "occhi chiusi e contenti"..
Altri link di riferimento:
prodottibiologici.it
Biologico Coop...e Biologico Cinese..
Ho consumato diversi prodotti biologici a marchio Coop, mi sono trovato sempre bene, anche perchè solo sapere che sono tali, quindi non modificati e non del tutto naturali, mi ha tranquillizzato non poco, facendo aumentare la mia stima verso il marchio.
Il biologico sappiamo tutti essere come per definizione (Wikipedia):" l'agricoltura biologica, pur essendo in parte basata su energia ausiliare proveniente dall'industria estrattiva e meccanica, reimpiega la materia principalmente sotto forma organica". Il termine "biologico" è quindi
una "canonizzazione estrema di un discorso ampio, che non voglio fare qui.
Invito invece a visionare, come approfondimento l'enciclopedia multimediale "Wikipedia" a tal riguardo.
In Europa ed in Italia è stata legiferata
già dal lontano 1991, con il decreto
*Reg. (CEE) n° 2092/91, con le successive estensioni e modifiche:
Reg. (CE) n° 1804/99 e Reg. (CE) n° 834/2007.
Insomma, ci sono molti produttori e figure commerciali, che tendono sempre ad "aggirare la norma", costringendo le figure di controllo ad una maggiore supervisione ed a estensioni ed update delle norme vigenti.
In Italia di certificazioni ce ne sono molte, anche in Europa le certificazioni
si sprecano. Ogni stato ha il suo ufficio certificativo per i prodotti coltivati, creati e distribuiti sul territorio, che si rifanno all'etica legislativa biologica e sono tali.
Ci sono enti pubblici e privati, è un vero "mondo a parte quello del biologico".
Ora mi chiedo: "ma in Cina, luogo ad alto tasso d'inquinamento e sfruttamento delle risorse, aumento dell'industrializzazione, dispersione di inquinamento aziendale, con relativi sfruttamenti incontrollati del territorio. Che è stato reso arido creando, per assurdo un importazione di riso dal Siam in ampia scala e continuativa. Di certificazioni proprio non ve ne sono?..."
Domande spontanee sorgono immediate: Come molti "tea biologici" provenienti da questa remota zona, possano essere certificati biologici da un ente di competenza europeo, o italiano?...Se di un prodotto extra-comunitario sappiamo sempre poco, sulla sua filiera?..
Secondo me sarebbe meglio che vi possa essere una verifica a monte del prodotto, un controllo a metà della filiera di distribuzione ed alla fine?...
Si rischia che il costo del prodotto si
innalzi?...Secondo me, proprio no....
Il valore sarebbe commisurato alla qualità finale.
...A proposito riguardo al paese
di Mao Tze Tung e del biologico orientale, è comparsa una notizia in rete,
dove un'azienda italiana biologica si è inserita nel mercato del paese, non so per fare cosa?!...
Importare prodotti di dubbia origine?.. oppure insegnare a copiare.. anche stavolta, la parte bella del senso biologico?..
In questo caso spero che la seconda sia quella probabile. Creare dei prodotti da poter inserire nel mercato asiatico per far capire cosa significhi "biologico legale"... Ma sarà davvero così?...
Su di un autorevole sito di agroalimentare, testualmente leggo e riporto a tal proposito una notizia:
"Biologico: arriva la prima certificazione cinese per un marchio italiano
Roma - Entro la fine del 2009 miele, pasta, passate e sughi di pomodoro e olio extra vergine di oliva a marchio 'Alce nero' entreranno ufficialmente in commercio in Cina. Dopo un lungo lavoro durato quattordici mesi sulle norme protezionistiche della legge cinese, i prodotti Alce Nero hanno ottenuto la certificazione biologica ufficiale secondo i criteri del disciplinare dall'ente CQC Certification Quality Centre, il più autorevole organismo di certificazione in Cina. Leader da trent'anni del biologico "made in Italy", Alce Nero è presente già da dieci nel mercato giapponese e per favorire l'export verso questi mercati emergenti ha avviato negli anni scorsi la joint venture Alce Nero Asia. In Giappone, in particolare, è molto apprezzato per la qualità delle paste, delle polpe e dei sughi di pomodori, delle confetture, dell'olio, dei risi e dei mieli "bio". Ora si prepara quindi ad entrare da protagonista nel mercato cinese qual"
Da fonte: "Agroalimentarenews.com".
Conosciamo bene Alce Nero, mi chiedo
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