venerdì 31 agosto 2012
Coop Viviverde Crema Viso Rivitalizzante Protettiva
Parlare di Cosmetici non è proprio il caso?..Purtroppo anche questa gamma di prodotti in qualche
modo va "snocciolata" a chi mi segue, a chi mi sbircia, anche coloro che spiano debbono comuque
sapere qualcosa in più sul prodotto acquistato e testato.
Stavolta dico due parole sulla crema Rivitalizzante Protettiva per il viso per pelli mature Viviverde.
Abbiamo compreso anche dalle foto dell'impegno di Coop sia etico che ecologico, offrire dei prodotti
naturali, senza una chimica estremizzata, sicuramente il risultato è un prodotto di qualità media,
dal prezzo onesto, dai risultati efficaci
E' bello poter provare dei prodotti senza oli minerali, parabeni, siliconi, coloranti, Peg e polimeri
sintetici, Se ci pensiamo l'idea di Coop di produrre questa linea non alzando tanto i prezzi è davvero
ottima.
Questa crema offre una protezione del viso, un azione anti ossidante, ed aiuta le pelli che subisco
l'azione degli agenti atmosferici e l'aggressività del tempo.
La confezione come vedete è identica nello stile, si confonde un po' con l'altra, ma i risultati e la
fragranza sono diversi, devo dire che odiando gli odori di creme ed affini non tanto gradevoli, questa
linea Viviverde risulta gradevole all'odore. Noto efficacia media del prodotto dopo alcune settimane
su i soggetti femminili che l'adoperano.
L'INCI di questo prodotto è visibile nella foto seguente:
Nota il prodotto in questione assieme al tonico per il viso dello stesso marchio provoca del rossore
mattutino su pelle chiara, un po' troppo aggressivo per la pelle delicata?
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Coop Viviverde Crema viso Nutriente Protettiva
Come anticipato in qualche post precedentemente, la Coop è entrata nel segmento della cosmesi
con la linea Viviverde, Questa è nata per rispettare l'ambiente e per prendersi cura della pelle dei
consumatori (donne per lo più) in maniera più naturale possibile.
Sicuramente l'obbiettivo di Coop è stato di allinearsi a brand commerciali della grande distribuzione,
che già ha inserito nella sua gamma questo genere di prodotti, mi viene in mente Esselunga, per esempio. Inoltre lo scopo di offrire un prodotto competitivo ha inserito questa gamma in fasce di
prezzo molto più "oneste" di altri brand famosi come (Eucerin o altri), che offrono i loro prodotti
ha prezzi superiori alla media economica dell'acquirente,
I formati dei prodotti Viviverde linea "Bellezza" sono distribuiti da Mibelle AG, marchio di punta
della cosmesi svizzera.Questa azienda offre i suoi servigi anche alla Coop locale di Lugano.
Etichetta completa, confezione in formati standard, questa crema da 50ml è dotata di dosatore a
pressione, per offrire la giusta quantità, senza sprechi.
Naturalmente assieme all'INCI chimico c'è una buona presenza di prodotto biologico, sopratutto
gli estratti naturali usati per la creazione del prodotto.
L'elenco degli ingredienti lo potete vedere qua di seguito nella foto 4.
La qualità della crema?..Chiaramente non l'ho provata io, l'ho solo comprata, a domanda ho chiesto
alla diretta interessata, che mi ha risposto essere una crema mediamente buona, i risultati si notano
da subito, posso solo dire che l'odore è molto gradevole e meno invasivo di altre.
Alla fine un onesto rapporto qualità/prezzo, che fa notare con un certo interesse questo prodotto,
su gli scaffali alla Coop.
Nota: il prodotto in questione assieme al tonico per il viso dello stesso marchio provoca del rossore
mattutino su pelle chiara, un po' troppo aggressivo per la pelle delicata?
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giovedì 30 agosto 2012
Coop Fiorfiore Cipolle Borrettane
Il marchio Fiorfiore è sempre interessante per le sue varianti prodotti sempre particolari, che
ricordano il localismo da dove provengono, l'etnicità originale delle loro origini.
Ho riscoperto il piacere di mangiare le "cipolle Borrettane", in agrodolce, quelle che troviamo prodotte
da marchi famose...
La versione Coop Fiorfiore è prodotta da la Fratelli Polli S.p.a nello stabilimento di Monsumanno
Terme (Pt), in via Cesare Battisti 1059. Questa azienda è quella capitolata per eccellenza da Coop
per produrre gran parte dei suoi sottolio e sottoaceti.
Una marca per chi abita in toscana sicuramente ecologica ed a filiera corta.
Il prodotto in questione, le cipolle Borrettane, sono piccole cipolle bianche poste in agrodolce,
cioè uno sciroppo di aceto di vino, zucchero, acqua ed olio d'oliva e sale.
Purtroppo notiamo una cosa che ci dispiace, non le paghiamo poco questa linea, se prendiamo
le generiche a marchio, il costo della materia prima cala, notiamo che oltre che ai conservanti uguali
per legge (anidride solforosa e acido ascorbico), è presente l'aroma naturale di cipolla, presenza un
po' deludente, che fa capire la non fragranza delle cipolle stesse. Peccato..
L'etichetta si amplia d'informazioni "compresse" dato lo spazio, con i valori nutrizionali per 100g:
Valore Energetico kj139, kcal33; Proteine 0,7g; Carboidrati 6,7g; Grassi 0,3
Ottime per la dieta ipocalorica e come rinforzo in piatti di carne, lessi ed antipasti, le cipolle
Borrettane vanno servite al volo, a me piacciono così..
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martedì 28 agosto 2012
La Coop ed il testing su gli animali?...io mi fido!
LA
COOP NON TESTA PRODOTTI COSMETICI?...
...Da
quando le nuove generazioni di esseri consumatori sono nate, le
esigenze di mercato
sono
cambiate. Mi ricordo che da piccolo (circa 30anni fa), nessuno
parlava di testing su
animali,
c'era e basta. La gran massa dei consumatori l'ignorava, le donne del
tutto fuori
da
ogni esame critico, perchè ancora non completamente attive nel
consumismo, prendevano
quello
che il mercato offriva senza domandarsi.
Con
il tempo, le nuove generazioni hanno fatto sentire la loro voce,
“testare i prodotti su
animali”
sta diventando molto scomodo, anche molto contro-producente e
sicuramente non
alla
moda. Il nuovo consumatore vuole spendere i suoi soldi con la
coscienza a posto, vuole
pensare
che tutto quello che compra non deve distruggere niente, deve esser
sereno..
Ma è proprio così?...
Ma è proprio così?...
In
verità il consumatore pensante è stato assecondato anche dai brand
commerciali per
poter
risanare l'apparenza commerciale dei rispettivi marchi, serviva e
serve un consumatore
agitato,
attento, che lancia gli allarmi, in modo che si possa cominciare
nuove strade evolutive.
Insomma
non è poi tanto vero che siamo liberi anche nelle nostre proteste
no?..
Alcuni
grandi marchi hanno capito che testare sugli animali i propri
prodotti non più
conviente
per l'immagine. Ora mi chiedo avete letto l'INCI dei vostri prodotti,
miei care
signore?..No?.Leggetelo,
e conservatene alcune copie, noterete che la base per shampoo,
saponi
e balsami per capelli, mani ed altro sono sempre uguali, ed alla fine
pagate solo il
marchio
ed il formato. Nei prodotti commerciali la base dei vostri deodoranti
è sempre la
solita.
Cosa vi fa pensare?..La prima cosa che mi sovviene, è che le case
produttrici che
non
testano più non hanno fatto altre evoluzioni del prodotto, perchè
per loro testare significa
evolversi.
Si è ripudiata sempre di più lo stile naturale delle cose, la
ricerca dell'estratto vero,
naturale
è sempre più coperto da aromi e fragranze create in laboratorio
alla metà del prezzo
della
materia vera prima, naturale.
Quindi
riflettiamo cosa acquistiamo, non sempre il prodotto con la grande
marca, il brand con
il
prezzo più alto varia molto da prodotti da discount.
Con
il China Export, anche il segmento della cosmesi e della cura della
bellezza della persona
è
coinvolta in prima persona, copie di marchi a buon prezzo, prodotti
testati mali su animali
senza
rispeto vengono inviati senza limite, in una vera e propria
invasione, a costi ridicoli.
Prodotti
non certificati che fanno male al consumatore e che consiglio di
evitare.
Ma
cosa c'entra la Coop in questo argomento?... Da qualche anno la Coop
ha aderito ad una
lista
virtuale, di produzione cruently-free,
COOP
_fonte informazioni: Adesione allo Standard con Certificazione ICEA
_reperibile presso: Supermercati COOP (tutti i prodotti per l’igiene della persona a marchio COOP)
_ingredienti animali: —
_contatti: www.e-coop.it
_fonte informazioni: Adesione allo Standard con Certificazione ICEA
_reperibile presso: Supermercati COOP (tutti i prodotti per l’igiene della persona a marchio COOP)
_ingredienti animali: —
_contatti: www.e-coop.it
In
pratica, qualche tempo fa contattai il servizio per i consumatori
Coop e chiesi lo stato
dei
prodotti Coop e il loro coinvolgimento con la vivisezione ed il
testing degli animali.
Mi
risposero ufficialmente che Coop non si avvaleva di aziende che
creassero prodotti
con
testing di animali (cosa non proprio vera, alcuni brand appoggiati a
coop testavano
i
prodotti su animali), tutti i prodotti in commercio venivono e
vengono inseriti al consumo,
con
testing già prodotti in passato e quindi evitabili allo stato
attuale.
Avete
capito qualcosa?..In pratica il testing sugli animali c'è stato in
passato, l'INCI non è
stato
aggiornato, e la tollerabilità è stata valutata precedentemente.
Insomma coscienza a
posto,
con morti ormai dimenticati, ad opera di altri..
Non
è un iniziio da film di paura?..Io acquisto prodotti coop e consumo,
sono consapevole
che
il marchio è serio e cerca di combattere al massimo tante
discrepanze incresciose che
il
marcato selvaggio offre ai consumatori senza cervello. Ma non pensate
che andrebbe
aiutata
sempre di più seguire la via giusta intrapresa, e consigliare sempre
a Coop di
acquisire
produttori veramente etici e trasparenti?..
Il
campione non può più essere fatto a campione ma sistematico quando
i capitolati
sono
da verificare , nn credete ..il consumatore chiede fermamente di
poter essere
sempre
un sano portatore di portafoglio, sereno dei suoi acquisti,
perennemente
ovattato
dal piacere di aver speso bene e con la coscienza a posto..
sabato 25 agosto 2012
La crisi ci fa belli?...
Ed
ora un po' di chiacchere tra me e me..Anzi tra e voi!..Scusatemi se
non scrivo bene,
scusatemi
se dico cose troppo eccessive, scusatemi se vi passo delle
informazioni serie,
tra
il serio ed il faceto, scusatemi per tutto, ma non scusatemi se non
leggete..Perchè io
non
vi scuso..Quindi..Che fare?...Da un'occhiata...
La
crisi economica ormai oltre che essere mondiale, risulta anche essere
funzionale. Il sistema
di
vita sta cambiando?...O si cerca solo di risalire raschiando il
fondo?...
Mi
manca l'IVA al 19%, mi manca la possibilità di chiedere un
finanziamento per avere un bene
d'uso
voluttuario; dove sei....campagna di fidelizzazione che mi regali
punti per prendere dei
premi?...
Se
vi siete accorti da quando c'è la crisi, la spesa è cambiata per
molti, fare la spesa ha ridotto
le
potenzialità del consumatore medio, a chiuso quelle del consumatore
piccolo. Ci sono meno
persone
nei punti vendita durante la settimana, il massimo della popolazione
è giunge verso
le
punte del week-end (sabato, venerdì), ma da lunedì a Giovedì,
complici i rinnovi delle offerte,
i
prezzi non più contenuti della merce, la gente compra sempre meno e
se ne sta sempre meno
al
supermercato. Anche se noto che molti si mettono a leggere il
giornale comodamente tra
gli
scaffali di vendita, per recuperare del refrigerio dall'afa che
aspetta fuori dalla porta del
punto
vendita...
Noto
che in Italia si alzano i prezzi al dettaglio, complici le tasse e
l'aumento sconsiderato dei
carburanti.
Ricordo che il prezzo della benzina arriverà fino ad un livello di
5€ al litro in Italia,
per
cause di speculazione sul consumatore. Ricordo che il barile di
petrolio all'inizio della
seconda
guerra in Iraq, costava 33$, ora siamo arrivati ai 100$ al barile.
Meno male che doveva
abbassarsi
il costo dell'oro nero. Ma grazie anche alle alternative ecologiche ,
presto il petrolio
diventerà
secondario.
Ma
che discorsi complessi, scusatemi se non sono chiaro, sono
semplicemente un consumatore
che
va giro per negozi a fare raffronti, comparazioni, a cercare il
giusto affare, il perfetto
prodotto
per me. Sono un socio di cooperativa, mi sento parte di questo mondo,
perchè a
differenza
di tanti, vedo ancora la possibilità di crescere ancora come esseri
umani cooperativi,
il
sistema cooperativo che ci fa risparmiare, prima di tutto ci
arrichisce come persone, lo deve
fare,
perchè ci fa apprezzare i nostri sforzi, i nostri consumi, i nostri
sacrifici per avere
un'eoonomia
famigliare equilibrata, Essere cooperativi potrebbe essere anche un
buono spunto
per
uscire fuori dalla crisi economica che ci attanaglia. Sarà vero?..
Ma
torniamo un po' al discorso precedente... In questo momento la crisi
colpisce a sistema
tutto,
è il turno ora della grande distribuzione, nel 2009 si diceva che i
supermercati perdevano
tra
il 5 ed il 10% sull vendite. Ora nel 2012 siamo per alcuni anche alla
chiusura, Billa per
esempio
ha ridimensionato la sua presenza nella mia zona, Conad cerca di
espandersi ,
Coop
rinnova i punti vendita, Esselunga propone tecniche di mercato
americane, Carrefour e
Panorama
sono in piena crisi. Anche Lidl e Penny Market risentono
dell'aggressione fiscale e
economica
del mondo esterno.
La
gente continua a comprare lo stretto necessario per far fronte alla
sua sopravvivenza, la
situazione
è grave. Io prevedo che nel 2018 non sarà molto cambiato, perchè
è il sistema è
malato,
presumo che come è usuale, dopo ogni crisi funzionale mondiale,
dieci anni circa
(2008-2018)
ci sarà una guerra mondiale per riprendersi da questa situazione. Un
mercato
latente,
morente, in putrefazione, deve essere distrutto per essere
ricostruito... Ma non
vi
pare?..Sono solo chiacchere le mie ...forse..
Dicevo
che i prezzi si alzano, in alcuni casi si sconta sull'aumento, per
comprare “sereni”
un
prodotto al costo di qualche mese fa, A volte si compra al 50% per
non trovare scorte
deseute
negli scaffali, il 3x2 è ancora attivo, il finto sottocosto è
presente. Insomma tutte
le
armi per prenderci i soldini dal portafoglio sono in atto, anche
spero per farci risparmiare.
In
alcune catene, ci monitorizzano i consumi tramite le nostre carte di
fedeltà, ci dicono
cosa
acquistare a sconto, si condiziona totalmente (spesso invano) il
consumatore all'acquisto
non
consapevole.
Sono
considerazioni personali, redatte dopo un'ampia riflessione ed una
profonda analisi,
scusatemi
se sono solo abbozzate, ma volevo toccare più punti in poco tempo e
poco spazio.
Se
no chi mi leggerebbe questo post?..
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venerdì 24 agosto 2012
Cosa il supermercato non ti dice....
...Miei
cari amici...
...Nel
mio blog sapete benissimo, parlo molto volentieri della mia
esperienza di spesa
presso
i punti vendita Coop della mia zona, la cosa che mi f a volte
infastidire, che mi
accorgo spesso di essere troppo tenero e forse di parte, ma solo
all'apparenza.
Ricordo a chi mi segue, chi non lo sa, che questo mio blog è un modo per raccontare
l'esperienza
di un consumatore “comune” , durante la spesa nei supermarket di
una
catena
precisa, la Coop.
Scrivo
le mie esperienze di acquisto, le mie sensazioni che a pelle vivo e
direttamente
sono
coinvolto, quello che mi sembra giusto o non giusto, cerco di essere
obbiettivo,
ma
spesso mi faccio, forse, coinvolgere dall'entusiasmo, devo correggere
il tiro al
riguardo,
perchè penso ne cadrebbe di veridicità e sincerità la mia opera,
che diventa,
pian
piano questo mio piccolo sito.
Ne
è passata di acqua sotto i ponti, tante novità per i miei lettori,
per i navigatori della
rete.
ProdottiCoop
è diventato anche un gruppo sul social network più celebre degli
ultimi
tempi,
quel Facebook, che nolenti o volenti bisogna frequentare per farci
conoscere
dalla
Matrice, non è una visione paradossale, ma sapete come sta la verità
nascosta,
viviamo
in una libertà con dei limiti. Non possiamo mai esprimerci come
esseri umani
al
massimo e come consumatori.
Questo
blog vuole esssere anche questo..
Dopo
la doverosa constatazione personale, vorrei raccontarvi un po' cosa i
nostri
supermercati
di zona, non ci dicono o non vogliono farci credere, che dopo
un'attenta
valutazione
personale, riusciamo a constatare di persona.
Uno
spunto mi è stato dato da un interessante documento apparso su di un
sito di
rete
molto interessante
(http://ilfattaccio.org/2012/07/10/8-cose-che-il-supermercato-non-vuole-che-tu-sappia/
),
ve lo consiglio.
In
questo articolo dall'ampio respiro si racconta di 8 cose che voi non
dovete sapere
quando
andate a fare la spesa. Perchè pericolose per il venditore,
penalizzerebbero
in
maniera evidente i risultati di vendita del negozio, sto parlando di
qualunque brand
presente
sul mercato mondiale. Quindi rilassatevi, non parlo male di nessuno
in particolare.
Il
primo punto da evidenziare è la pulizia dei carrelli della
spesa,come nell'articolo sono
ben
evidenti quello che non va bene nel nostro carrello della spesa.
Ricordiamo che è
un
bene comune, nella Cooperativa, non va mai danneggiato ne disperso,
perchè la
sporcizia,
nel secondo caso, aumenta, non ci avete mai pensato eh?..Quanti dei
nostri
carrelli
che troviamo a giro per la città, se ne stanno vicino o sopra ad
escrementi di
animali,
cassonetti ed altro. Poi noi li riprendiamo e li portiamo
diligentemente nel punto
vendita,
a cui sono stati sottratti. Ma il punto vendita li pulisce?..Penso
proprio di no,
perchè
non ho mai visto i supermercati avere una zona adeguata alla loro
pulizia ed il
sudicio
è davvero sovrano se notiamo bene.. Un buon consiglio quando andiamo
in
ortofrutta
mantienamo i guanti fino alla fine della spesa, ci salvano..Non ci
avete mai
pensato?...
Un
secondo punto è la pulizia dei locali, se notate bene ogni punto
vendita ha l'addetto
che
pulisce per terra, impegnandosi anche con molta professionalità, ma
spesso lavora
quando
noi siamo a fare la spesa, quindi tutto il suo sfacchinare è
vanificato, in nome
di
appalti ed efficienza. Mi sembra un po' controproducente...no?
Il
terzo punto a cui voglio farvi pensare è la pulizia degli scaffali e
della merce, andate
in
qualche punto vendita di basso flusso di smercio, ponete il vostro
indice su scaffali,
o
peggio sulla merce e notate una patina bianca..E' la polvere. Nessun
addetto ripassa
mai
gli scaffali a fondo, ma solo aggiunge la merce al suo arrivo.
Il
quarto punto è la merce scaduta mischiata con quella appena
arrivata, sopratutto
dove
la merce è più caotica, o senza un ordine evidente, il venditore
prova una tentata
vendita
di merce scaduta. A me è capitato su del pane, ma me ne sono
accorto dopo
25km
di distanza, mi sembra un po' tardi non trovate?..Fate attenzione
alla data di
scadenza,
segnalate sempre con una certa “veemenza” il disservizio, chi
intenta la
vendita
si deve sentire il più mortificato possibile, stress passivo che lo
rende meno
recidivo.
In quest'azione dolosa.
Il
quinto punto attenzione a dove guardate, come già accennato
nell'articolo sopra
il
supermarket userà tutti gli espedienti di visual marketing per
convicervi ad acquistare
prodotti
anche inutili o non primari, v'indurrà ad acquistarli la prossima
volta, vi farà
sentire
a tutti costi, sereni e orgogliosi del vostro acquisto, che poi
risulterà, passata
la
“boria” iniziale dell'acquirente conpulsivo ed instinvo, del
tutto superfluo.
Tra
gli altri punti che invito a leggere ricordo:
I
cibi “amici dei bambini” sono disposti alla loro altezza.
Affettano
e tagliano i cibi in modo da poter aumentare il prezzo, scaricare le
scorte
d'invenduto,
muovere la massa dei prodotti presenti nel punto vendita.
Prima
i cibi salubri venivano nascosti a scapito dei cibi spazzatura,
questa tendenza
ad
oggi sembra cambiare direzione, perchè il consumatore attento
ricerca la qualità
e
non si ferma solo all'apparenza, il consumatore deve conoscere a
fondo il suo punto
vendita
usuale.
Gli
affari non sono sempre affari, ricordo che il punto vendita finale
della filiera di
qualunque
catena distributiva, deve apporre ai suoi prodotti in vendita il
giusto
ricarico,
per ripagarsi dalla manodopera, energia consumata, consumo dei
locali,
tasse
e costi accessori vari. Quindi è giusto che ogni parte della filiera
guadagni.
Ma
la cosa che mi ha sconvolto che il ricarico sul consumatore finale è
anche
del
300%.. Vi racconto una storiella, c'era Roberto (personaggio di
finzione), che
amava
andare alla festa dell'Unità del suo paese, si frescheggia e poi si
mangia
della
buona Pizza a poco prezzo. Il bello che i tavoli della pizzeria della
festa sono
di
plastica e le sedie sono da giardino, leggere e fragili. Quelle sedie
ora vengono
per
lo più da l'estero, e comunque con le grandi quantità richieste al
fornitore i
punti
vendita della grande distribuzione, ne offrono tante a diverso prezzo
e di
diversa
qualità, ma tutte in plastica. Un acquirente più ne acquista dal
fornitore
più
le prende a meno, ha uno sconto. Ogni sedia alla catena di
supermarket costano
appena
1,90€ a pezzo davvero una bella cosa, comode sedie a meno di 2€,
che bell'affare...
Beh!..L'affare
svanisce quando mi servono sei sedie da giardino e le pago 8€
l'una, per esempio...Che bel ricarico che fanno non trovate?..
La
conclusione qual'è?..Le offerte, i sottocosti non esistono sono
pubblicità virtuali
per
conquistare stupidi “portatori di portafoglio”, emeriti
consumatori sbadati, schiavi
del
sistema del consumo. I sottocosti sono dei deprezzamenti del
prodotto, sono solo
su
pochi pezzi o su di un determinato numero di pezzi, il supermercato
non perderà
mai
di valore nella merce venduta. La merce non costerà mai meno del
prezzo di
produzione,
cosa che, tramite i cartelli vogliono farci intendere. Quindi
attenzione,
comprate,
comprate e comprate, ma con coscienza.
Un
altro punto citato nell'articolo già approfondito è che ogni punto
vendita di ogni
catena,
vi farà sentire come un topolino da laboratorio in un labirinto per
test, Si
perchè
farete, ogni volta che entrerete nel negozio un percorso obbligatorio
e
identico
fino a variazione del locale. Quindi rassegnatevi, siete portatori di
portafoglio?
Io
dico di no, perchè proprio questa tecnica di marketing, potrebbe
aiutare il
consumatore
a comprendere più l'ambiente in cui opera nel fare la spesa, è
tutto
ben
disposto, sempre posizionato bene, è il momento che il nostro
consumatore
incominci
a “studiare”, sapere dove sono i prodotti necessari, i loro
prezzi aiuta
a
risparmiare tempo, non disperdere acquisti immotivati, evitare di
spendere presi
dall
foga dell'acquisto, ma di questi tempi, chi si può permettere ancora
questo
stile
leggero e poco equilibrato?...
Per
ora mi fermo qua, penso che ci saranno altri elementi di
approfondimento,
io
ne ho già trovati, sicuramente posterò altro in merito, e voi che
ne pensate?..
Ringrazio per lo spunto di questo :
http://ilfattaccio.org/2012/07/10/8-cose-che-il-supermercato-non-vuole-che-tu-sappia/
Per la foto.... il sito: http://poxh10.deviantart.com/art/Sexy-women-in-the-supermarket-201995889
Ringrazio per lo spunto di questo :
http://ilfattaccio.org/2012/07/10/8-cose-che-il-supermercato-non-vuole-che-tu-sappia/
Per la foto.... il sito: http://poxh10.deviantart.com/art/Sexy-women-in-the-supermarket-201995889
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Coop Edamer Affettato
Prodotto da Parmareggio S.p.a. con sede in Via Polonia 30/33 a Modena,
Vaschetta da 140g.
Edamer a fette Coop sono ottime per preparati in cucina, splendidi nei panini, caldo o freddo,
questo formaggio è davvero imbattibile. Ingredienti semplici: latte, sale e caglio.
Tabella dei valori nutrizionali ampia e dettagliata, per 100g
Valore Energetico__________________________ 1305Kj /314Kcal
Proteine_________________________________ 25,8g
Carboidrati_______________________________ 1,0g
Grassi___________________________________ 23,0g
Fibra Alimentari___________________________ 0,0g
Sodio____________________________________0,79g
L'ho usato per fare delle splendide melanzane alla parmigiana, in forno, come rinforzo, direi che
il risultato è stato davvero strabigliante. Ancora migliore il risultato nelle insalate..
Periodicamente in promozione con il 20% di sconto.
Mi è piaciuto non posso che consigliarlo...
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Coop Prosciutto cotto di alta qualità
Una vaschetta di prosciutto cotto affettato a marchio!..150g di buon prosciutto adatto a tutte
le occasioni, dal panino, alla guarnizione della pizza, agli antipasti, per arrivare alle guarnizioni
di piatti importanti.
Questo prosciutto deriva da carne suina di allevamenti selezionati, di alta qualità, senza aggiunta
di polifosfati, che di caseinati.
Dopo l'acquisto si conserva in frigo ad una temperatura tra 0° e +4°C, una volta aperto resiste
alcuni giorni.
Sei fette ampie, con un basso contenuto di grasso evidente, un buon rapporto nutrizionale evidente
anche dalla tabella dei valori ben espressa sulla confezione, per 100g di prodotto avremo:
Valore Energetico___________________ 598Kj - Kcal 143
Proteine__________________________ 20,5g
Carboidrati________________________ 0,5g
Grassi____________________________ _ 6,5g
Fibra Alimentare_____________________ 0,0g
Sodio______________________________ 0,6g
Buonissimo, per niente sudato, si separa bene le fette per posizionarle sul piatto di portata,
ottimo sul panino, con del buon formaggio, splendido sulla pizza margherita, e tanto peperoncino..
Uhmmm!!.Che bontà!...
Gl'ingredienti sono classici:
carne di suino, sale, destrosio,aromi antiossidante: ascorbato di sodio,conservante: nitrito di sodio
Prodotto per Coop da : Grandi Salumi Italiani S.p.a - Strada Gherbella 320 Modena
lunedì 20 agosto 2012
Coop tagliolini all'uovo freschi
Li troviamo nel banco frigo assieme ai formaggi, alla pasta fresca, si tratta dei tagliolini all'uovo
Coop, sono in formato da 250g, la cottura è di 3/4minuti.
Ottimi per preparazioni di primi in bianco, con sughi particolari che ne esaltano le qualità. Per
esempio tagliolini al pesto, ai funghi, al tartufo e panna. I sughi densi e cremosi risultano perfetti
per questo prodotto di buona qualità e dell'ottima resa.
In busta e confezione in stile marchio Coop, sono inseriti a nidi, in modo che la pasta non si
rompa e non si danneggi durante la spedizione e la vendita.
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Coop Sugo alle vongole
Il sugo alle vongole non poteva mancare nella mia dispensa, è un preparato pronto all'uso, in formato
ridotto 200g, a differenza dei 400g degli standard, etichetta completa, in pieno stile Coop; dove icone
spiegano cosa sia il prodotto, come lo si usa, ne esprime i valori medi per 100g nutrizionali, racconta
gli ingredienti con cui questo sugo pronto è stato creato, naturalmente le info sul produttore sono ampie e ben evidenziate. L'etichetta si completa con tutte le info di legge richieste.
Questo sugo è già pronto, si cuociono gli spaghetti, tipica ricetta italiana, poi si mischia il tutto, con
un mestolo di legno , si aggiunge un po' di prezzemolo a chi piace e si mangia. Quantità di vongole
presenti, sufficienti, ricetta equilibrata.
Direi non male...In alternativa al sugo fresco consiglio questo senza indugi.
Il sugo alle vongole a marchio Coop rientra senza problemi positivamente nella linea dei sughi pronti
Coop, provatelo..
Coop Euro Che ride : Piselli,fagioli,ceci
Stavolta in una volta sola, voglio segnalare della linea primo prezzo "Euro che Ride", che potete
trovare nei punti vendita Coop. Si tratta dei Piselli Fini; dei Fagioli Borlotti e dei Ceci Lessati.
Sono distribuiti in scatola e li consiglio come alimento di "emergenza", sia economica che per scorte
stagionali, anche in caso di disastro.
Costano pochissimo inferiore a 0,50€, circa 0.34€ e sono in formato generalizzato di 400g. Non hanno
apertura facilitata, quindi dobbiamo armarci del classico apriscatole.
La qualità e la scelta di questo prodotto è chiaramente di "primo prezzo", lo si nota quando si
cucinano, tutti e tre i prodotti risultano un po' deboli, ma alla fine sono praticabili e commestibili.
Il loro rapporto qualità/prezzo risulta sufficiente.
Partiamo dal primo prodotto:
I piselli fini sono in distribuiti in formato da 400g, sgocciolato il prodotto raggiunge 270g, è distribuito da D'AUCY Italia s.r.l via Andrea Costa, 20132 Milano (Italia), prodotto da:
EMB 56251 E Francia
Ingredienti: Piselli, Acqua, sale, zucchero.
Etichetta semplice: presenti ingredienti, modo d'impiego, info produttore.
Per quanto riguarda fagioli borlotti, e ceci lessati il produttore è italiano, la Franzese S.p.a
ha la sede e lo stabilimento a Traversa Corso Nuovo Palma Campania (NA)
L'etichetta recita poche informazioni, ma è dotata anche della tabella dei valori nutrizionali
per 100g, la data di scadenza, icone di reciclo, gl'ingredienti che rispettivamente recitano:
Fagioli borlotti, acqua, sale - Ceci, acqua e sale
I prodotti in questione risultano sufficientemente commestibili, sono ottimi per ricette complesse
dove non si evidenziano le loro qualità specifiche, ottimi per contorni elaborati, zuppe ed altro.....
Da soli devono essere ben conditi.
Questo a vista, non mi voglio chiedere l'origine e la loro filiera. Ma posso immaginare.........
Chissà I fagioli ed i ceci in terreni contaminati da immondizia, la Campania ne è piena, una regione
ormai distrutta e demolita dall'uomo, dove la natura fa fatica a sopravvivere, per l'incuria e la mano
ostile di chi la vive. I piselli forse vivono nei pressi di una centrale nucleare, come in Francia siamo
avvezzi a vedere?..Sono considerazioni personali, sicuramente non è così, anzi se ci fosse qualcuno
che in maniera gentile e senza rancori inutili vuol dire la sua puo farlo...
domenica 19 agosto 2012
Inquinamento acque minerali... verità nascoste?
Da Fonte Originale riporto integralmente un articolo interessante, da leggere tutto d'un fiato:
http://www.free-italy.info//2011/09/nelle-acque-minerali-tracce-di.html
http://www.free-italy.info//2011/09/nelle-acque-minerali-tracce-di.html
Nelle
acque minerali tracce di alluminio,arsenico e perfino uranio:quello
che le etichette non dicono e le leggi permettono.
Roma - Berillio,
manganese, alluminio, boro, arsenico e perfino uranio.
Le acque
minerali che
consumiamo ogni giorno contengono ben più degli elementi chimici che
sono riportati nelle etichette.
Alcuni
di questi elementi off-label non sono dei veri e propri toccasana per
la salute.
Una
ricerca ha analizzato il profilo chimico delle acque
minerali più diffuse in Italia.
Guarda
la tabella dei Risultati
analisi chimiche acque minerali vendute in Italia
Confronta
i risultati con la Tabella
limiti concentrazioni acque minerali
Nonostante
le numerose sorgenti di acque naturali sparse sul territorio che
alimentano gli acquedotti, gli
italiani sono infatti i maggiori consumatori di acque minerali del
mondo.
Ne compriamo 12miliardi
di litri ogni anno,
circa 200 litri ciascuno, e un italiano su 2 dichiara di bere solo
acqua imbottigliata.
Fra
il 2008 e il 2010, un gruppo di ricercatori italiani (Benedetto de
Vivo, Annamaria Lima, Stefano Albanese, Lucia Giaccio dell’Università
Federico II di Napoli,
Domenico Cicchella dell’Università
degli Studi del Sannio di Benevento,
Enrico Dinelli dell’Università
di Bologna,
Paolo Valera dell’Università
di Cagliari)
ha partecipato a un progetto dell’Unione Europea mirante a
conoscere lo
stato delle acque sotterranee di tutta Europa per,
fra le altre cose, poter legiferare opportunamente in modo da
uniformare tutti i limiti a livello europeo.
I
ricercatori, che hanno lavorato in collaborazione con scienziati
dell’EuroGeoSurveys
Geochemistry Export Group hanno
raccolto 186
campioni provenienti
da altrettantebottiglie
di 158
marche di acque minerali italiane fra
le più diffuse, e ne hannoanalizzato
il contenuto in termini di sostanze chimiche ritenute nocive.
Le
ricerche del gruppo italiano sono confluite nel grande Atlante
Europeo delle Acque Minerali (Geochemistry
of European Bottled Water) presentato appunto dell’EuroGeoSurveys,
che ha tracciato i profili chimici delle acque minerali di 38 diversi
paesi europei.
Per
quanto riguarda le sostanze chimiche riscontrate e ritenute dannose,
si tratta di elementi che, naturalmente, sono nocivi
alle dosi “sbagliate”.
Dosi che sono stabilite dalle leggi, ma non sempre.
«Questo
è uno dei primi problemi in cui si imbatte: i limiti di legge»
spiega Paolo Valera. «In
Italia non sono stati stabiliti limiti massimi alla concentrazione di
alcune sostanze più che sospette come berillio, fosforo, molibdeno,
tallio, uranio.
Una
delle spiegazioni potrebbe essere che gli effetti tossici, a
determinate concentrazioni, di queste sostanze sull’uomo sono
ancora oggetto di studio. Ma è
incomprensibile, ad esempio, perché non sia stata fissata una regola
per l’uranio,
che sappiamo chiaramente essere un elemento dannoso».
Le
perplessità a proposito del DM 29/12/2003 sulle acque minerali
nascono anche quando si vanno a confrontare
i “tetti massimi” di concentrazione chimica che
questo prescrive con quelli fissati dal decreto legislativo 31/2001
(sulle acque destinate al consumo umano).
Alcune
sostanze hanno infatti limiti ben diversi, nei due casi. Il boro,
ad esempio, è tollerato fino a 5000 microgrammi/litro nelle acque
imbottigliate, mentre può essere presente solo fino a 1000
microgrammi/litro (5 volte di meno!) nell’acqua del rubinetto.
Lo
stesso dicasi, per il manganese,
ammesso fino alla concentrazione di 500 microgrammi/litro nelle acque
minerali e tollerato invece solo fino a 50 microgrammi/litro
nell’acqua del rubinetto. Come se il nostro corpo diventasse
improvvisamente immune ai loro effetti nocivi semplicemente bevendo
da una bottiglia.
«Non
ha nessun senso logico che questi limiti siano diversi –
continua Valera – non ce n’è motivo. Esistono dei limiti, quello
è comprensibile, che sono a volte diversi fra Italia, Europa, Stati
Uniti e valori guida dell’OMS. Per l’Italia, i diversi limiti
imposti per acqua del rubinetto e acque minerali andrebbero
uniformati. Ma finora c’è stato un “difetto” nella scrittura
di questi strumenti legislativi che ha portato a qualche problema. In
ogni caso, io
farei riferimento al limite dell’acqua del rubinetto».
Facciamo allora un po’ di nomi e cognomi.
L’esposizione
all’alluminio,
come dimostrano diversi studi epidemiologici è un fattore di rischio
per la comparsa e la progressione del morbo di Alzheimer.
E sia l’OMS che la legge italiana per le acque potabili fissa in
200 microgrammi/litro la concentrazione massima. Peccato però che
questo limite non sia presente per la legislazione che regolamenta le
acque minerali. E quindi l’Acqua
di Nepi (237)
e l’acqua Sandalia(267)
sono nei limiti di legge, ma non in quelli di salute.
L’arsenico è
un noto elemento
cancerogeno (è
associato a diversi tipi di cancro, come cancro alla pelle, polmoni,
vescica, rene e altre malattie della pelle) e tutte le acque minerali
campionate sono risultate al di sotto del tetto massimo di 10
microgrammi/litro.
Tuttavia,
secondo gli scienziati, andrebbero monitorate quelle acque che hanno
un valore superiore a 5, e cioè Acqua
di Nepi, Frisia, Funte
Fria, Vaia, Levissima,Orvieto, Sant’Anna
di Vinadio e Candida.
Il
caso del berillio è
molto singolare. E’
classificato dall’EPA, l’agenzia per la protezione ambientale
americana, come elemento cancerogeno di classe A –
ossia provoca il cancro nell’uomo – ed è uno degli elementi più
tossici della tavola periodica. La legislazione ambientale italiana
se n’è accorta e se una falda acquifera presenta più di 4
microgrammi/litro (dato fissato proprio dall’EPA) si rende subito
necessario un intervento di bonifica (anche se non è destinata al
consumo umano). Ebbene, nelle tabelle che riportano i limiti per le
acque minerali, non è prescritto nessun valore massimo. L’Acqua
di Nepi fa
registrare una concentrazione di 4,69 microgrammi/litro.
Anche
sul boro vengono
fuori cose abbastanza sorprendenti. In termini di legge, il valore
guida dell’OMS fissa una concentrazione massima di 500
microgrammi/litro. Ma in Italia siamo dei supereroi: per le acque del
rubinetto, la tolleranza è fissata a 1000 microgrammi/litro, e per
le acque minerali arriviamo addirittura a 5000 microgrammi/litro.
Nonostante il fatto che il boro sia un elemento potenzialmente
pericoloso che
alcuni test condotti su animali hanno dimostrato attaccare
soprattutto l’apparato riproduttivo maschile.
Le acque minerali nostrane sono tutti nei (larghi) limiti di legge,
ma l’acqua Toka arriva
oltre (1170) il limite fissato per l’acqua del rubinetto. Se invece
ci riferiamo al valore massimo secondo l’OMS, allora i bocciati
sono di più: l’acqua Ferrarelle arriva
a una concentrazione di boro di 551 microgrammi/litro, la Fonte
Chiara tocca
i 536, la San
Martino si
attesta su 847, laSandalia su
849, Uliveto su
548, Claudia su
738.
Il fluoro,
in alte concentrazioni, può provocare fluorosi
dentale e fluorosi
scheletrica.
Anche qui l’anomalìa legislativa tutta Italia fissa un tetto
massimo di 1,5 milligrammi/litro nell’acqua di rubinetto ma di ben
5 milligrammi/litro nelle acque minerali. Rispetto a questo limite,
solo la Sandalia è
in difetto (7,93). Se invece guardiamo al valore 1,5 (che è anche
quello fissato dalle linee guida dell’OMS) sono diverse le marche
che lo superano: Acqua
di Nepi (1,64), Acqua
Claudia (1,52),Egeria (1,71), Santa
Lucia (2,33).
Per
quanto riguarda il manganese,
che è un elemento essenziale per la sopravvivenza umana ma che in
alte concentrazioni ha effetti
tossici sulle vie respiratorie, sul cervello e sull’apparato
riproduttivo maschile,
il limite fissato per le acque di rubinetto è 50 microgrammi/litro,
mentre per le acque minerali è dieci volte tanto (500). Ma c’è da
dire, stavolta, che qui il valore guida dell’OMS è 400
microgrammi/litro. In Italia, comunque, si rientra abbondantemente
nel limite dei 50, e solo l’acqua Santa
Lucia tocca
il valore di 124,5 microgrammi/litro.
Il sodio è
uno dei macronutrienti più importanti dal punto di vista biologico.
Una sua carenza provoca problemi di salute, ma anche un
suo eccesso può causare i ben noti danni
all’organismo, ad esempio ai vasi sanguigni.
Tutte le acque minerali analizzate rientrano nei limiti di legge,
anche perché questi limiti non sono stati fissati. Se invece
guardiamo ai valori guida dell’OMS, che coincidono con i limiti di
legge stabiliti (quelli sì) per le acque di rubinetto, 200
milligrammi/litro, sono molte le acque anche li superano. Dalla più
alta concentrazione alla più bassa: San
Martino (774), Sandalia(527), Toka (428)
, Santa
Lucia (293)
e infine Sveva (222)
L’uranio,
certamente tossico, nella legislazione italiana non ha limiti massimi
di riferimento, né per le acque minerali né per le acque del
rubinetto. Rifacendosi al valore guida di 15 microgrammi/litro
dell’OMS, l’acqua Rocce
Sarde raggiunge
una concentrazione di 31 microgrammi/litro, dovuta all’ubicazione
della sorgente in rocce granitoidi. Le altre marche sono ben al di
sotto del valore di 15, anche se val la pena segnalare i valori di
11,85 dell’acqua Santa
Lucia (acquistata
in Sardegna) e di 10,95 dell’acqua Courmayeur comprata
in Val d’Aosta.
L’azione
tossica del vanadio è
confinata al tratto
respiratorio:
sono frequenti bronchiti e broncopolmoniti fra i lavoratori esposti a
composti del vanadio. In Italia è fissato un tetto massimo di
concentrazione solo nelle acque del rubinetto, ed è di 50
microgrammi/litro, mentre per le acque minerali non è prevista
alcuna limitazione. Se ci riferiamo a quella soglia, tutte le acque
minerali sono al di sotto di quel valore, ma l’acqua Leggera della
Basilicata tocca i 48.9 microgrammi/litro.
«Si
tratta naturalmente di campioni prelevati dai supermercati, e in
qualche caso in cui si superano i limiti ci
sarebbe bisogno di approfondimenti, di ulteriori ricerche. Ma,
purtroppo, ora come ora le varie politiche della ricerca messe in
campo non ci permettono di
procedere in questo senso. Non abbiamo sufficienti risorse e i
blocchi delle assunzioni peggiorano di molto le cose. Anche le nostre
strumentazioni in qualche caso sono obsolete.
I
campioni li abbiamo fatti analizzare a Berlino, dal Servizio
Geologico Tedesco,
perché siamo riusciti ad arrivare a una intesa che ci ha accordato
un finanziamento europeo che copriva le spese. L’EuroGeoSurveys ha
trovato dunque le risorse che ci hanno permesso di inviare i nostri
campioni e non pagare le analisi (che costerebbero ognuna intorno ai
200 euro). Ma, per esempio, le
bottiglie le abbiamo comprate con soldi nostri e abbiamo fatto le
spedizioni in Germania di tasca nostra.
Se avessimo deciso di percorrere l’iter universitario, aspetta e
spera…» ha concluso Valera.
Che dire....Quanto letto ci fa forse ben sperare, ma anche tanto
riflettere su cosa stiamo bevendo.
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