sui prodotti a marchio. Ma anche una riflessione attenta
da consumatore e socio, sul mondo cui appartengono.
Magari offrendo critiche, riflessioni o affermazioni, che
in un primo momento sembrano "stupidate", cose buttate
là, invece con il tempo prendano sempre più piede e
si confermano come idee propositive e creative, di ampia
riflessione e senz'ardir offesa alcuna per chi le legge...
Stavolta mi aggiro in un centro commerciale a marchio
Coop, è quello di "Ponte a Greve", un oasi nata nel nulla,
e dopo qualche anno diventata fulcro d'interesse commerciale
d'acquisto degli abitanti della zona di Firenze e del suo hinterland,
Scandicci in testa.
Una visita è obbligatoria per fare una spesa al punto vendita Coop
è doverosa, ma non solo..C'è un punto Media World molto fornito
e migliore di quello dei famosi Gigli..Ma questa è un altra storia...
Con questo mio post voglio parlarvi invece dei carrelli, mi è venuto
in mente quando ero nel parcheggio del centro commerciale, le
lunghe file di veicoli a spinta, legati da loro con una catena per via
che non siano rubati, e che possono essere usati inserendo una
moneta, di solito 1€.
Ne voglio parlare perchè questi contenitore di lega d'alluminio, capienti,
comodi e sempre utili, sono spesso lasciati per strada, a far danno..
Non è la prima volta che carrelli hanno creato incidenti, anche morti,
oppure semplicemente sono stati dimenticati tra auto ed auto, e i veicoli
li schiacciano o li rendono inutilizzabili. Poi ci sono quei carrelli chiamati
auto-gestiti, che vengono usati dal solito cliente, che li porta fino a casa
e li lega sul palo del segnale, usato ogni qual volta si vada a far la spesa.
Poi ci sono i cimiteri nelle discariche, di prodotti perfetti e funzionanti,
non mancano i filari nelle vie traverse, magari nella zona di via del Mezzetta
a Firenze, dove decine di carrelli, usati dai soliti "ignoti", sono lasciati
a marcire abbandonati, legati assieme, in attesa che qualcuno li riporti
al supermercato di fiducia.
Molti si credono che il carrello sia un prodotto del tutto gratuito, che piova
dal cielo, che sia compreso nello scontrino. Ma non è così..
Non sanno che un carrello costa alla cooperativa, e per ciò ai soci...
Di questi tempi mi sembra che sia la tendenza a fare l'inverso..no credete?..
Mi fa sorridere in rete i link di gruppi su facebook, che parlano del carello
in se per se, mi fa sorridere vedere che molti scrivano pubblicamente cose
come faccio io, per lavarsi la coscenza..Io non mi preoccupo perchè per me,
il carrello potrebbe anche scomparire..Io amo i comodi cestini, e le scatole
di cartone, molto più pratiche portare le cose...
Quello che voglio dire che ci vorrebbe più educazione, tanto sappiamo benissimo
chi abbandona i carrelli per strada chi sono: prima di tutto gli extra-comunitari che
non capiscono, ignorano o se ne fregano di rispettare i beni della cooperativa...
Ahimè!..Ne vedo tanti dell'est, bandanti orientali che portano la spesa direttamente
con il carrello nelle proprie case, senza interessarsi a riportalo..
Più discutibili, ma non scusabili sono i vecchietti che non avendo più le forze per
portare le cose, si prodigano a spingere l'arma del consumatore, principe..
Quel carrello di alluminio, che come una sacca magica assorbe tutta la merce
possibile...
Il degrado nelle città viene anche da queste piccole cose, devo dire che mi sono
anche stufato di tornare in negozio a portare filari di carrelli, magari osservato
da qualche dipendente "del tutto idiota", ce ne sono alcuni molto poco aperti
purtroppo, che fanno i danni al marchio, che pensano che li hai rubati te......
Anche questa gente mi fa veramente saltare i nervi, ma come penso..Ci sono
i carrelli per strada abbandondati, te li riporto e mi fai la paternale?...
Tali persone non meritano di stare in una cooperativa, perchè di etica comportamentale
ne sanno davvero poco..Capisco che sono stati messi non per meritocrazia..
La professionalità di un addetto, un direttore od un responsabile di negozio deve
passare anche da queste piccole cose, secondo me il marchio Coop non è solo
un punto vendita, ma anche un Agorà sociale, dove idee e creatività si devono
mischiare con il sociale ed il commerciale..
Comprendo perchè qualche punto vendita non vada molto bene..Visto la scarsa
educazione e lo scarso interesse per gli "attrezzi del lavoro", come quella di
apprezzare chi ti riporta una decina di carrelli in una volta sola...
Ci sono punti vendita precisi, sappiamo anche chi sono ...no?..
Se il personale Coop non incoraggia a riportare il carrello, da dove si può cominciare?..
Chi mi conosce di persona lo sa bene....
Il carrello quindi dev'essere un attrezzo del lavoro concesso al socio ed al cliente,
questo lo si deve rispettare, e riportare sempre al punto vendita. E' una discorso
di civiltà. Ma vedo che non è capito, quindi sembra che come si dice: "va bene così!"...
Ancora sul carrello possiamo dire che ha quattro ruote orientabili a 360° e che
al manubrio sono posizionati il porta "presti tempo", la serratura del gettone o
dell'euro. ma anche una cosa fondamentale....Una lente d'ingrandimento dove
i clienti possano leggere le piccole scritte delle etichette. Sarebbe un gesto
culturale e sociale non indifferente. Visto che in svizzera la Coop del posto lo
ha già adottato, con molto successo..Pensiamoci a rendere tecnologico il
nostro carrello, aspettando magari il computer portatile con il lettore a codice
a barre prossimamente utilizzabile sul mercato mondiale.
Io una cura per la dispersione dei carrelli ce l'avrei, quella di mettere una cauzione
su scontrino di 20€ da rendere nel prossimo scontrino, se non viene lasciato il
carrello. Non sarà pratico, ma sicuramente farà desistere una buona percentuale
di persone...
2 commenti:
La prossima volta potrai fargli notare che gli stai riportando indietro un capitale: il prezzo medio dei carrelli coop oscilla fra i 120 e i 150 Euro
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