sabato 31 dicembre 2011
ProdottiCoop il suo successo?
sabato 17 dicembre 2011
Avvocato di strada un servizio utile in un punto commerciale Cooperativo
venerdì 16 dicembre 2011
Il Dirigibile parla di Coop...incredibile cosa leggo?
Spiati in azienda |
di MR Lavorare con turni di 12 ore, dalle 7 della mattina fino alle 7 della sera, per una paga di 1200 € al mese, in condizioni critiche. E' quanto accade alla maggior parte delle lavoratrici e dei lavoratori di alcuni discount, in Italia, costretti a condizioni di lavoro inaccettabili. Ma non sono soltanto i marchi meno conosciuti a non applicare le regole sindacali del contratto nazionale dei lavoratori. A farlo, infatti, sono anche catene della grande distribuzione come la Coop e la Esselunga, al cui interno regna sovrana una completa deregolamentazione. E' quanto emerge da una nostra intervista con Saverio Pipitone, co-autore, insieme a Monica di Bari del libro-inchiesta Schiavi del supermercato, nonché autore del testo Shock Shopping, che analizza l'evoluzione delle diverse forme strutturali della grande distribuzione. Secondo Pipitone in Italia starebbe emergendo un modello di lavoro legato soprattutto alla mancanza delle garanzie contrattuali e dei diritti faticosamente conquistati da duri anni di lotta delle organizzazioni sindacali. Il modello Marchionne, che prevede l'azzeramento di alcuni diritti elementari, come ad esempio quello delle brevi pause durante l'orario di lavoro, ricalcherebbe in maniera quasi perfetta le condizioni di lavoro all'interno di alcune catene di supermercati e ipermercati, dalle quali prenderebbe le mosse. All'interno dei centri commerciali infatti, tra il 2005 e il 2006, si sarebbero adottate particolari discipline nei confronti dei dipendenti. E molti sono gli episodi, quasi di violenza fisica e psicologica, di cui si sono resi protagonisti i responsabili dei punti vendita. Innanzitutto ai danni di una cassiera, a cui sarebbe stato impedito di andare al bagno anche se affetta ad una malattia ai reni, e in secondo luogo nei confronti di altri dipendenti, per la maggior parte extracomunitari, verso i quali si sarebbero manifestate delle vere e proprie forme di ricatto. Ma non finisce qui. Controlli sempre più rigidi della produzione infatti, hanno indotto la direzione aziendale a montare, presso alcuni stabilimenti della Coop Lombardia, un impianto di videosorveglianza, per controllare sia i movimenti che i discorsi dei dipendenti. In questo modo la direzione sarebbe venuta a conoscenza di informazioni che riguardavano la vita privata dei lavoratori. Il lavoro degli uomini e delle donne sarebbe inoltre sostituito in maniera crescente da quello delle macchine, con l'adozione di casse elettroniche e di altri meccanismi di automazione. Ed a nulla sono valsi gli scioperi di alcuni dipendenti se non a suscitare lo stupore e la meraviglia della maggior parte degli acquirenti e dei passanti che si trovavano sul posto in quell’istante. Sembra dunque avverarsi ciò che Ritzer, all'interno del suo libro “Il mondo alla McDonald’s”, ha analizzato. Le esigenze di una sempre maggiore razionalizzazione, avrebbe indotto il modello produttivo attuale a strutturarsi in base all'efficienza, alla calcolabilità, alla prevedibilità ed al maggiore controllo, grazie alla sostituzione della tecnologia umana con quella strumentale. Un modello così formato si estenderebbe, oltre che alle attività strettamente produttive, anche ad altri aspetti della vita sociale, andando ad intaccare fortemente le autonomie personali, e intervenendo pesantemente all'interno della vita privata di ogni cittadino. Forse nel futuro si comincerà a parlare di esselunghizzazione o di coopizzazione del mondo, o almeno dell’Italia. 28 novembre 2011 Link originale (extra blog: http://www.ildirigibile.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=712%3Aspiati-in-azienda&catid=3%3Atracce&Itemid=4) |
La pensione del consumatore???
Certificazione
Entro il 31 dicembre 2011, per essere in regola con gli aggiornamenti pensionistici di cui parliamo in questo articolo, bisognerà chiedere una certificazione del diritto alla pensione al proprio ente previdenziale ma, purtroppo, il modulo di richiesta non è ancora pronto. Fortunatamente però, visti i tempi ristretti, coloro che hanno raggiunto i requisiti necessari potranno farne domanda anche dopo la fine del 2011.
Prelievi sulle pensioni d’oro
Tra le novità dell’ultima ora c’è la decisione di applicare dei prelievi maggiorati sulle pensioni superiori ai 200 mila euro annui che si aggirerà sul 25% dell’importo ricevuto dal pensionato.
Alcune modifiche alla manovra
Ci saranno delle lievi modifiche alla manovra originaria in seguito agli incontri con i sindacati. Vediamo brevemente quali:
- Coloro che entro fine anno matureranno i requisiti attuali per le varie tipologie di pensione potranno rientrare nel vecchio sistema ma si sta valutando l’introduzione di un periodo di proroga per chi maturerà i requisiti nei prossimi 6 o 12 mesi.
- Per i lavori usuranti resteranno in vigore le vecchie quote che permettono di andare in pensione prima anche se dovranno essere apportate a queste delle correzioni per migliorarne la trasparenza e la chiarezza.
- Non è richiesto alle Casse professionali l’adeguamento alle nuove norme poichè sono indipendenti e potranno scegliere in autonomia i parametri per l’età pensionabile anche se dovranno garantire un sistema efficace e sicuro per almeno i prossimi 50 anni pena l’estensione anche a loro delle leggi che entreranno in vigore riguardo i requisiti necessari.
Indicizzazione delle pensioni
L’indicizzazione delle pensioni sarà offerta ad una platea più ampia di pensionati: non ci si fermerà più quindi ai 936 euro attuali ma si arriverà, mediante due possibilità, ad una indicizzazione per coloro che superano tale somma del 50 o 70% fino a 1.400 euro, del 100% per chi invece resterà al di sotto di 1.170 euro, ovvero 2,5 volte la pensione minima.
Pensioni cash fino a 980 euro
Notizia breve ma di sicura e grande importanza è l’innalzamento del tetto massimo relativo alle pensioni pagabili senza necessità di apertura di conto corrente: adesso i pensionati potranno ritirare il denaro senza necessariamente depositarlo su conto fino a 980 euro, mentre precedentemente il limite era di 500 euro.
Novità sulla perequazione automatica
Speranzosi sui ritorni economici che si riuscirebbero ad avere sono tutti i componenti del governo, soprattutto se si parla di blocco della perequazione automatica ovvero dell’adattamento pensionistico al costo della vita. Considerando che ogni punto percentuale di inflazione varrebbe due miliardi di spesa per lo Stato e che quest’anno la percentuale dovrebbe aggirarsi sul 3% è facile capire quale forte riduzione delle spese potrebbe esserci con il blocco. Manovra simile era già stata portata avanti dal governo Berlusconi ma riguardava solo le pensioni ricche, cioè quelle eccedenti di 5 volte il minimo, e quelle parziali, da 3 a 5 volte; adesso pare che il blocco sarà quasi completo e toccherà ogni fascia di retribuzione pensionistica superiore al minimo garantito di 1.400 euro (sarà così anche per tutto il 2013). Questa l’intesa raggiunta dopo lo scambio di idee con i sindacati che pare si siano momentaneamente accontentati.
Innalzamento dell’età e blocco del recupero dell’inflazione
Il governo Monti ha ormai approvato la manovra finanziaria, con un robusto capitolo dedicato proprio all’intervento nel sistema pensionistico. La novità principale nell’immediato saràil blocco del recupero dell’inflazione nel 2012, e una revisione delle aliquote per eliminare le disparità tra diverse categorie. Verrà poi inalzata a 42 anni e 1 mesi l’età contributiva per la pensione anticipata, come si chiamerà la pensione di anzianità, per gli uomini mentre sarà portata a 41 anni e 1 mesi per le donne. Inoltre non si potrà andare più in pensione di vecchiaia prima dei 66 anni per gli uomini lavoratori autonomi e fino a 63 anni per le donne lavoratrici autonome.
Le reazioni dei sindacati
L’emergere delle indiscrezioni sulla manovra economica ha fatto scattare le prime reazioni dei sindacati, con la Cgil e la Uil pensionati che dichiarano il proprio no al blocco delle perequazioni, mentre il segretario nazionale della Cisl Raffaele Bonanni parla così ai giornali: ‘Basta con queste notizie sulle pensioni. È arrivato il momento di un confronto trasparente e pubblico sul tema, perchè non possiamo lasciare ai media le ipotesi e le interpretazioni su quello che accadrà in materia di previdenza, suscitando preoccupazione e sconcerto tra ilavoratori con la fuoriuscita anticipata dal mercato del lavoro‘.
GR
Reddito minimo garantito
Tra le varie misure che il governo vuole di introdurre, la vera novità sembra essere quella del riconoscimento di un reddito minimo garantito per tutti coloro che si trovano in stato di disoccupazione. Una novità, a dire il vero, solo per il nostro paese. In Europa, infatti, solo l’Italia e l’Ungheria non prevedono ancora questo istituto che nel resto del vecchio continente è presente da molti anni. ‘Dalla prossima settimana lavoreremo per migliorare il mercato del lavoro soprattutto per giovani e donne, con l’obiettivo di dare ai lavoratori più svantaggiati e precari, chance in più di lavoro vero‘, ha dichiarato il Ministro del Welfare Elsa Fornero.
Le reazioni a queste dichiarazioni del Ministro sono state contrastanti. Da un lato il Pd si è detto entusiasta, considerando il reddito minimo garantito ‘un indispensabile strumento di lotta alla povertà‘. Mentre il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, è più critico: ‘Non so a chi serve, forse serve a mandare un messaggio a chi vuole essere suggestionato. Parliamo invece di pensioni e non lanciamo messaggi subliminali. Lasciamo il reddito minimo garantito a quando avremo più soldi‘. Dubbioso anche il Pdl, nelle parole del suo capogruppo alla Camera Osvaldo Napoli: ‘Reddito minimo garantito? Bene, ma pagato come e da chi? Con l’Ici e la patrimoniale? O dai lavoratori che si vedono decurtato il trattamento previdenziale? Le indiscrezioni che filtrano dagli organi di informazione delineano un quadro, ove trovassero conferma negli atti di governo, politicamente sgradevole per la maggioranza elettorale‘.
Ma cos’è esattamente il reddito minimo garantito? Il reddito minimo garantito, chiamato anche reddito di cittadinanza, è una misura di sostegno sociale che si applica a quei cittadini che vivono un momento di difficoltà rispetto al lavoro: giovani in attesa di prima occupazione, cinquantenni disoccupati con difficoltà di reinserimento, persone in condizione di marginalità sociale. La misura ha sempre carattere temporaneo ed è finalizzata al superamento della difficoltà contingenti.
Monti: Abolire i privilegi
Ormai è definitivo: da gennaio 2012 si passerà al sistema contributivo per il calcolo dellapensione. Il nuovo ministro del Lavoro, Elsa Fornero, metterà in pratica quanto appena detto una volta sentite le parti sociali, questo perché allo stato attuale delle cose c’è eccessiva diseguaglianza tra contributi versati e prestazioni ricevute.
I privilegi di pochi
Nel marasma di modifiche che verranno apportate, tra quelle gradite e quelle meno gradite, ci sarà anche una stretta ai vantaggi riservati ad alcune categorie di lavoratori. Infatti eccessivamente grande è la differenza di contributi da dover versare, tanto per fare un esempio, tra un impiegato che versa il 33% come aliquota contributiva e un avvocato o un architetto che pagano attorno al 10 – 13%; senza considerare quanto pagano deputati e senatori: 8%. Il governo cercherà anche di ridurre i privilegi riservati a Camera e Senato ma, avendo loro autonomia decisionale, faranno di testa propria restando sicuramente con quei vitalizi da poter prendere dopo le 4 legislature minime da portare avanti (ricordiamo persone come Alfonso Pecoraro Scanio che prese il vitaliazio a soli 49 anni, vitalizio che è cumulabile con altri redditi o altri vitalizi, come quello da consigliere regionale, facendo entrare così il politico in un turbinio pensionistico dai numeri folli).
Altre tipologie di vantaggi
Restano in vigore poi alcune categorie particolari decise dall’Inps come quella degli iscritti al Fondo Voli o gli ex Fondi Trasporti, Elettrici e Telefonici che ora sono confluiti tutti (tranne il Fondo Volo) nel Fondo lavoratori dipendenti: tutti gli appartenenti a queste particolari fasce “protette” hanno la possibilità di andare in pensione con un anticipo di circa 5 anni rispetto agli altri; senza poi dimenticare tutta un’altra serie di casistiche particolari come i vantaggi riservati a contratti di solidarietà, formazione, inserimento e reinserimento, apprendistato, dipendenti agricoli, cassaintegrati e altri che vanno ad accrescere il disequilibrio.
Il passaggio dal retributivo al contributivo
L’attuale sistema retributivo troppo tempo è stato poco sostenibile e doveva, quindi, essere modificato con un passaggio che avverrà completamente nel 2030 quando il retributivo lascerà pieno spazio al sistema contributivo. L’integrazione del contributivo, che sarà obbligatoria per tutti, non andrà comunque ad inficiare i contributi versati nella vecchia modalità fino alla fine di quest’anno evitando, quindi, di vanificare il versamento di soldi di coloro che andranno a beneficiare della modalità retributiva (perché ricordiamo che il retributivo garantisce una pensione pari agli stipendi ottenuti nell’ultimo periodo lavorativo, a differenza del contributivo che promette una pensione di pari livello dei contributi versati).
Le dichiarazioni della Fornero
La Fornero stessa,in una dichiarazione, dice di confidare molto in questo sistema contributivo che prevederà una fascia di età, tra i 63 e i 68, con particolari agevolazioni che spingeranno i lavoratori ad uscire più tardi dal mondo del lavoro in cambio di maggiori benefici pensionistici. In questo modo si andrebbero anche ad avvantaggiare quei lavoratori che si sentono ancora produttivi.
Cosa cambierà nello specifico
Andando un po’ più nello specifico possiamo vedere che il sistema contributivo funziona in questo modo: il contribuente, insieme alla azienda per la quale lavora, provvede ad accantonare il 33% dello stipendio annuo, mentre i lavoratori autonomi il 20% del reddito; questi soldi versati produrranno un interesse legato a tassi riguardanti il Pil e all’inflazione; alla data di pensionamento verrà poi applicato un coefficiente di conversione in base all’età raggiunta, che sarà tanto più alto quanto più tardi si andrà in pensione.
Si spera dunque che il nuovo governo riesca a far crescere le pensioni insieme alla crescita economica del nostro paese, dunque, anche perchè sono previsti ritorni economici stimati in 30-40 miliardi di euro nei primi 5 o 6 anni dalla approvazione della riforma.
Le proteste dei sindacati
I sindacati parlano di ‘sorprusi‘ riguardo alle riforme sulle pensioni previste da Monti, definite ‘inammissibili‘. In particolare, il no dei sindacati si rivolge alla possibilità di portare a 41 o 43 gli anni di retribuzione necessari. il segretario della Cgil Susanna Camusso ha dichiarato con forza che ‘Il 40 è un numero intoccabile‘, e si augura che giunga presto una convocazione da parte del Governo, per evitare che si continui a ‘commmentare delle indiscrezioni‘. Attacca anche il segretario generale edlla Uil Luigi Angeletti, evidenziando come i contribuenti si troverebbero a lavorare di fatto gratuitamente, vedendo aumentare gli anni di contribuzione ma non la propria pensione. Un secco no anche dalla Cisl.
La risposta di Monti
Il presidente del consiglio Monti ha dichiarato alla fine del vertice Ecofin dell’Eurozona che nei provvedimenti previsti per lunedì 5 dicembre saranno prese misure di bilancio pubblico che implementeranno le decisioni edl governo precedente, e saranno discusse anche riforme strutturali, da disegnarsi in modo da fronteggiare il disavanzo pubblico già nel breve termine. Per quanto riguarda le pensioni Monti ha chiarito la sua intenzione di procedere in modo rapido, sapendo che ‘Ci sono modalità consolidate di rapporto con il Parlamento e le forze sociali ma queste due forze sanno che dietro di loro ci sono i cittadini e ne dovranno tenere conto‘. Questo per rispondere a chi gli domandava in merito alle critiche mosse dai sindacati alla prospettiva da lui annunciata di riformare le pensioni.
Continua la battagila tra governo e sindacati
Il ministro Fornero ha annunciato come la riforma delle pensioni sarà definita ‘verosimilmente entro pochi giorni‘. Parola d’ordine, a detta del ministro, la ‘flexicurity‘, bizzarra parola che significa, in pratica, flessibilità e sicurezza; si terrà inolrte conto del criterio di equità tra le diverse generazioni. Ma i sindacati non si sentono invece affatto sicuri, e si tengono pronti a dare battaglia.
Il governo si è detto aperto al dialogo con le parti sociali, ma tenendo conto che in ogni caso andrà rispettata la data del 5 dicembre per la decisione definitiva. La Fornero ha assicurato che i temi centrali saranno rigore, crescita ed equità, e che si cercherà, forse, di accelerare alcune strade di adeguamento, come l’età pensionabile per le donne, obiettivi inaugurati dal governo Berlusconi.
Anche Pierluigi Bersani ha detto la sua, augurandosi che il governo Monti rispetti, come dice, i criteri di equità.
Scuola Coop dove si cercano i valori persi?
domenica 4 dicembre 2011
Una linea sicuramente ottima, ma migliorabile
...La mia spesa alla Coop non finisce mai, stavolta ho acquistato
un po' di biancheria intima per me e la mia famiglia, ho spaziato
sull'offerta presente al mio punto vendita zonale, ed ho fatto una
buona scorta di boxer, calzini, fantasmini, canottiere e le classiche
“fruits bianche e grigie”.
La linea a marchio si chiama Essere, da ormai oltre 10 anni questa
linea tende ad offrire al consumatore un prodotto degno di essere
portato con tutta tranquillità, senza passare da “misero o pessimo”.
Chiaramente l'offerta è rapportata al prezzo ed alla relativa qualità.
Bianchi, neri, grigi i boxer si alternano, le misure ballano, ma caspita
arrivano fino alla 7 misura, un po' strettini ma fruibili. Se vado
alla concorrenza spendo un po' di più forse trovo anche misure più
grandi. Questo lo volevo segnalare. I Punti Coop non hanno una
grande fornitura di misura “morbide”, con tante X, magari si tralascia
una buona fetta di mercato e questo limiterebbe il marchio secondo
me.
Le confezioni sono in stile espositore, ogni pezzi è imbustato con la
relativa “gruccina” e la confezione di cartone che li protegge. Il
prezzo dei boxer è buono, la qualità del tessuto ottima per un uso
quotidiano. Il disegno è sempre migliorabile, ma è questione di gusti.
Per i calzini esposti legati con il cartoncino espotivo ed il gancetto di
plastica, offrono in bella vista il marchio e sul retro un ampia informativa
su come trattarli, quando si lava, tutta linea Essere ha una buona
etichetta. Importante segnalare che sono sempre prodotti da aziende
capitolate con Coop Italia, del nostro paese, quindi un ulteriore motivo
per scegliere questo marchio. Attenzione però, ci sono produzioni
autorizzate made in Albania, sicuramente Coop si appoggia a
a Cotonella, per esempio, che ha linea di produzione in quel paese.
Chiaramente è una supposizione, personale!
Ampia sono le opportunità dei calzini, dai classici scozzesi, a quelli
generici, blue, grigi, bianchi, verdi, marroni, sono i colori basici, poi
importante è la presenza dei prodotti sportivi, con calze tessute
elasticizzate, con una linea 2011 davvero cooperativa, i calzini bianchi
hanno una righettina rossa, spesso alternata con il nero, questo
particolare sposta la cooperazione a destra?..
Per le lingerie il marchio Coop offre prodotti molto anonimi, per niente
sexy a mio avviso, forse perchè altre marche migliori offrono alternative
specialistiche migliori.. La zona delle mutande per le signore, sono
dedicate sopratutto alle donne mature, colori nero, bianco, carne fanno
da padroni. I reggiseno sono dedicati a persone dal basso contenuto
erotico, ma come si dice la Coop, è un posto per famiglie e qui secondo
me sbaglia, perchè ad oggi ci sono molti single a giro e poche famiglie,
con le politiche sociali di quest'ultimi anni, scellerate e demagogiche.
Ma questo è un altro argomento...
Ho visto bene la linea Coop Essere in generale, forse dovrebbe essere
meno conservatrice, desueta e poco appetibile, offrendo al socio
consumatore un prodotto più accattivante, conveniente e sicuramente
alternativo alle reali esigenze di mercato.
Parliamoci chiaro, chi propone il design e chi lo accetta, chi crea le
li linee annuali d'intimo, deve per ragioni professionali essere più
“libertino, più sensibile al mercato, senza temere i pregiudizi retrogradi
di eventuali criticoni finto-coservatori bigottisti”, Consiglio a Coop
di rivalutare chi s'intende d'intimo, perchè a mio avviso sembra un po'
troppo scontato e dedicato ai nonni non ai giovani..
Diamo spazio allo stile giovane, perchè Coop non sono solo pensionati.
Per il resto non posso che affermare che la qualità dei tessuti dei
prodotti a marchio è discreta, resistente ai lavaggi ed all'uso.
Anche questo settore spero che presto subisca il turn-over della
promozionabilità, a fine stagione cioè vi sia una vera svendita
a peso dei prodotti, che sono a fine assortimento.
Non vi pare una bella idea?...Ai saldi l'intimo è a peso?...
Una bella manovra commerciale per prendere il prodotto anche
al 50% - 70% in meno, ma sicuramente sogno, io piccolo consumatore
dal carrello fumante, che si aggira nei punti vendita del territiorio
in cerca di eccelse qualità e denigranti magagne...
L'opinionista critico del prodotto coop...sopratutto indipendente..